MASS MAT rimanda alla definizione della teoria sociologica della comunicazione per cui la mas-sa in quanto tale costituisce un tappeto (mat) indistinto.
Su questo dato è basato il rispecchiamento fisico e simbolico del pubblico di sala che si riconosce sullo schermo ridotto a piccole tessere/pixel componenti un disegno generale che coincide con la serie di alterazioni modulate in continuo divenire della sequenza video/audio.
MASS MAT esiste nella sovrapposizione sul medesimo schermo di due differenti proiezioni di immagini cinematiche le cui fonti sono:
l’una: il video e la banda sonora prodotta e realizzata per l’occasione;
l’altra: la ripresa in tempo reale dall’alto (sia sonora che visiva) in cui il pubblico presente in sala si possa concretamente riconoscere e potenzialmente interagire.
La componente performativa di GPL consiste nel missaggio in tempo reale delle due fonti a disposizione, provocando dal vivo l’attenzione critica dello spettatore.
Il suono-ambiente in situ viene trattato secondo un processo di sintesi granulare finalizzata al suo coesistere con la componente audio preregistrata.
Questo lavoro tiene conto della storica performance di Fabio Mauri in cui la produzione cinematografica di Pier Paolo Pasolini veniva proiettata sul torso dell’autore stesso.
Se nel lavoro di Mauri si puntava al ruolo cosciente dell’intellettuale, in MASS MAT, si guarda oggi alla condizione del pubblico (laddove passivo e incosciente).
Il video fondamentalmente b/n traduce gli ipotetici posti a sedere del pubblico (inquadrati dalla telecamera) con schemi variabili di tessere musive. Solo alla conclusione delle sequenze incombe sul pubblico un’unica immagine non astratta:
un inquietante mezzo cingolato che toglie ogni ambiguità alla dimensione temporale fin qui aperta.
(GPL è un gruppo romano attivo nelle arti visive e performative,
composto da Werther Germondari ,Gianni Piacentini, Davide Liuni) |