Performance: Franco Ottavianelli e pubblico, FROTT-TANGO.
Musiche: Davide Liuni, FROTTANGO, per piano solo.
Performance poetica: Gianni Piacentini, OLE'.
Tanghèri della Scuola di tango RIACHUELO, Roma.
Montaggio: Massimiliano Fabrizi.
Per la rassegna "Arte sotto i piedi" a cura di Giovanni Lauricella.
video by courtesy of Franco Ottavianelli
Note dell'artista
FROTT-TANGO è una performance di danza corpo a corpo, di pelle contro pelle.
Una presentazione poetica di Gianni Piacentini avvia l’evento.
Si produce un’incisione su pelle di mucca disposta sul pavimento. Un apposito rilievo fa da matrice per il trasferimento dell’immagine dal supporto alla pelle.
Un’ ‘opera pubblica’ in progress ottenuta tramite sfregamento (frottage) prodotto durante l’azione performativa dalle suole delle scarpe dei presenti, dei danzatori e manualmente. Insieme all’artista intervengono infatti alcuni astanti invitati a contribuire all’opera di svelamento dell’immagine che la pelle di mucca cela.
[Nel frattempo i tangueri] volteggiano tutto intorno e sopra la pelle a ritmo di tango.
Sul pavimento il lavoro strettamente manuale e la danza, nelle sue evoluzioni, producono lo stesso effetto, una progressiva emersione d’immagine. Una rivelazione iconica incisa sulla pelle di cui si ha aspettativa e che a fine serata risulterà perfettamente leggibile.
La ambientazione sonora ed il tango FROTTANGO per piano solo, sono stati scritti ad hoc dal compositore Davide Liuni.
Il progetto delle pelli ha avuto nella prima fase il titolo LA MUCCA PAZZA HA ROTTO L’HARD DISK. Con le incisioni su pelle sono state realizzate diverse mostre e performance.
"…Individuando nei piedi, la parte di appoggio dell'uomo, agli antipodi della testa, sensibile al suolo dove si poggia, e all'ambiente immediatamente circostante stabilito dal percorso fatto per raggiungere l'opera in questione, faccio di questa parte del corpo una parte espressamente pensante e vitale dell'intelletto, il nuovo centro di sviluppo della conoscenza e della coscienza artistica. … Avevo definita in prima battuta questa mia concezione con la formula arte con i piedi, ma Angelo Capasso mi ha persuaso a cambiarla in arte per i piedi; da me erroneamente (o forse freudianamente) fu trascritta come arte sotto i piedi, con uno stimolo polemico in più che darà sicuramente valore aggiunto…"
(Giovanni Lauricella)
Note compositive
Il nome del brano "Frottango" nasce nel compositore gia nella fase di ideazione musicale, con l'idea dello strofinare, del frottage previsto dalla performance.
Forte di ciò, la musica è stata composta a suggerire un'esecuzione fuori tempo, con una scansione metronomica traballante, alla ricerca di un equilibrio e di un pulsare omogeneo (come tipico del tango milonguero).
Ad una ricerca armonica limitata, basata sul repertorio del tango colto (ad es. "Esqualo", Piazzolla) fà da contraltare un andamento reiterato e modificato/modificabile:
in questo seguendo l'idea di strofinìo inteso come gesto sempre uguale che porta alla luce elementi -sulle pelli- sempre nuovi benchè prestabiliti.
Cosiccome dai materiali bovini emergono figure, anche nel procedere della musica via via se ne stagliano, ricorrenti, le une dapprima sovrapposte alle altre. E, successivamente, dipanate in un andamento ritmico più ribattuto e riconoscibile, ma sempre generando nuovi materiali che nell'accumularsi danno luogo a figurazioni originali.
Anche l'instabilità ritmica, che a tratti è tale da far oscillare il tempo su cui si muovono i ballerini, gioca inizialmente scherzi e cerca di squilibrare la coppia danzante;
ma sempre torna poi a dare la giusta "marca" (termine tanguero che indica il segnale fornito dall'uomo alla sua compagna), indicando nel controtempo l'esecuzione di figure piu articolate (es. "giros con sacadas") per poi interromperle.
L'esecuzione ha dunque tenuto conto dei punti fermi che hanno guidato la composizione, che non sono però nella matrice ritmica costante bensì nel modo in cui questa matrice oscilla nel tempo.
In alcuni punti il pianoforte si raddoppia e si sovrappone a se stesso, come fossero due strati cui è possibile guardare attraverso, lievemente sfasati:
in questi momenti viene suggerita al ballo un'interpretazione personale, prestando orecchio ad uno dei due piani
(come nel tango tradizionale è possibile ballare sulla melodia -spesso libera sulla scansione ritmica- o addirittura sui silenzi -es. Osvaldo Pugliese).
Il tutto si ricongiunge poi in un'unica linea, non piu sfasata ne oscillante, ma chiara e netta come quelle scoperte sulle superfici delle pelli, nel rispetto del respiro e del momento drammatico del tango:
il suo arrestarsi e rimanere per un momento figura plastica nello spazio, un'istante ancora dopo la fine della musica, immobile a trattenerne il sapore.